“Se i curricula in Europa potranno contrastare gli stereotipi e mettere in discussione il 'senso di
estraneità' associato a problematiche o popolazioni considerate come 'altre' (siano esse cristiane,
musulmane o ebraiche) ponendo in evidenza le interconnessioni, gli scambi sociali e culturali, e le
influenze reciproche tra le tre tradizioni religiose e le varie culture cui esse hanno dato vita, allo
stesso tempo affrontando le questioni generate dai loro conflitti e dalle reciproche incomprensioni
in modo oggettivo e equilibrato, allora quei curricula porranno divenire luoghi essenziali per la
costruzione di comprensione e 'trialogo'” (Herbert-Quandt-Stiftung, Report sull’insegnamento
religioso in Europa, 2003).
Queste intuizioni e questi auspici, formulati dopo la crisi dell'11 settembre, chiedono ancora di
essere implementati in un quadro europeo che si trova a gestire cambiamenti demografici profondi,
e deve affrontare sfide tanto politiche quanto culturali per le quali, nel contesto secolare e postsecolare europeo e attraverso i diversi modelli di rapporto tra religioni e sfera pubblica sperimentati
nell'ultimo decennio in Europa, la coesistenza tra religioni è vitale. La storia, in quanto disciplina
critica dotata di strumenti di indagine come la filologia, la scienza dei documenti, il metodo
comparato e l'ermeneutica, è vocata a questo compito. Per ragioni storiche e culturali, una storia dei
rapporti interreligiosi in Europa, cioè delle interazioni intellettuali e sociali, materiali e spirituali,
tanto costruttive e arricchenti quanto distruttive e conflittuali, non può che partire dal dialogo a tre
voci (‘trialogo’) cui hanno dato vita, a partire dal secolo VII, ebraismo, cristianesimo e islam in
quanto religioni abramitiche: culture, stili di vita e visioni del mondo che riconoscono in Abramo un
fondatore, punto di origine storico e simbolico, nonché ponte d'incontro condiviso o contestato.
Il curriculum di Studi interreligiosi si propone l’esame critico non solo delle indubbie conflittualità,
delle diversità culturali e dei disaccordi interni esistenti entro le tre tradizioni e fra i rispettivi e
variegati gruppi religiosi che le compongono, ma pure delle influenze reciproche in ambito
teologico e filosofico, del 'transfer' e dell'interazione, nelle diverse aree europee, nel campo dei
rituali, delle pratiche alimentari, della socialità.
Il percorso didattico offre una formazione per docenti delle scuole, funzionari e mediatori
interculturali e interreligiosi che si trovano ad operare in una società culturalmente policentrica e
post-secolare, ove le religioni sono tornate a ricoprire un ruolo pubblico, armonico o controverso a
seconda dei modelli europei sperimentati. Affronterà pertanto temi quali la genesi degli scritti
fondativi, delle loro interpretazioni e delle derivanti polemiche entro lo sviluppo storico delle
singole religioni abramitiche; l'uso delle immagini tra 'rappresentazione', costruzione dell'identità e
propaganda politica; istituzioni e pratiche discorsive, tecniche decisionali e mediazione
diplomatiche sviluppate nelle esperienze sia universitarie sia conciliari medievali; storia delle
conversioni tra ebraismo, cristianesimo e islam nel Mediterraneo, nel delicato rapporto tra scelta
volontaria e forzosa, ostentazione o dissimulazione dell'identità, esperienza individuale e
opportunità sociale, definizione canonico-normativa e interpretazione teologica, adesioni individuali
e conversioni di massa. Affrontando aspetti e fenomeni sia peculiari sia trasversali alla storia delle
religioni abramitiche in Europa, l'obiettivo che ci si pone è allargare e rinnovare il quadro didattico
di una laurea specialistica in storia d'Europa in cui le religioni trovino scientificamente posto in un
'trialogo' complesso e aperto. Si potrà dare così rinnovato senso all'insegnamento della storia,
ancorato all'analisi critica dei documenti e dei testi, ma altrettanto orientato alle urgenze e criticità
dello scenario interreligioso e interculturale dell'Europa contemporanea.